The Lonesome Thing

The Lonesome Thing
Catalogue#: RRR001
Formats:CD Digisleeve
Tracklist

1 Exceller - Esteem (1)

2 Secondo Notturno

3 The Slurring Dancer

4 Sideline (1)

5 Notturno delle Cryptomerie

6 A Flower is a Lonesome Thing (2)

7 Sloping Patience - Utah (1)

Credits

All compositions by Gianni Mimmo except (1) by Steve Lacy and (2) by Billy Strayhorn

Al tracks recorded on February 23, 2025 at Auditorium Fondazione Piacenza Vigevano, Piacenza, Italy except "The Slurring Dancer" which has been recorded on May 9, 2024 at Interplay Studio, Milano, Italy

Sound engineering, mixing and mastering: Lorenzo Sempio

Cover artwork: Felice Casorati, "Le piantine" (part.) 1921

Inside photo: Hank Quinlan

Graphics: Nicola Guazzaloca

Production: Gianni Mimmo for Rosebud Relevant Records

Special thanks to Guido Lavelli for his warm friendship and logistic suppor

There's a feeling - one I believe many musicians know well - of finding, or perhaps recognizing, within the act of playing and studying one's instrument, an intimate and at times all-consuming space. A deep relationship with the material at hand. The ineffable mystery of certain intervals, the way a sound's color bends in a passage, those unresolved imperfections, and the licks that keep beckoning, as if they still hold something just out of reach - like a necessary certainty, or a question left unanswered.

In the quiet and solitude of those moments, I believe a voice hides - a vital whisper - that, now and then, glows with a kind of rare light.

The appearance of that flicker repays all the fatigue and boredom of repetition, all the effort spent lingering over an arpeggio, the struggle of certain articulations, the tonal distances that ask for a particular timbral grace.

So it happens that some fragments, some stubborn fixations, some repeated returns, find their way back in unexpected ways - and become fertile ground. The pieces that appear in The Lonesome Thing are, perhaps, a gathering of those.. studies, I'd say so.

They are ideas and paths that often took shape in the middle of other sonic journeys: • some were born during recordings for other projects, others in the calm of warm-ups between tour dates, others still while testing the acoustics of a venue before a concert. But I came to see them as precious vessels - "little cases of myself."

In selecting the playlist, I followed a thread - a narrative line that seemed to emerge from the contrast between contemplative and more assertive moments. Some melodies wanted to vanish and return, certain silences floated with quiet solemnity, some intervals painted the expressive intent, while echoes of dear masters and the scent of distant places revealed themselves in phrasing and form.

The Lonesome Thing owes much to the sonic fidelity and respectful dedication of Lorenzo Sempio, who oversaw the recording and balance of this work. Lorenzo holds a rare and vanishing gift: the art of listening.

Gianni Mimmo

Reviews

by Igor Poletti

Nell'interpretazione che Gianni Mimmo dedica a A Flower is a Lonesome Thing, il capolavoro strayhorniano abbandona con discrezione la sua terra, i suoi umori jazzistici, la malinconia coltivata nei club fumosi e imbocca la via verticale dell'ascesa. E come se il brano, nella mani e nel fiato di Mimmo trovasse un passaggio segreto, un anfratto sospeso che gli permettesse di oltrepassare la sfera del sensibile e di collocarsi là dove brillano le forme prime, i modelli irriducibili: l'iperuranio platonico, quella dimora che Plotino chiamava senza esitazione la "regione della luce intellegibile". Il sax soprano di Mimmo traduce e trasmuta. L'originale di Strayhorn, con il suo andamento di eleganza ferita, diventa qui un idea-fiore, una silhouette concettuale che non appartiene più alla botanica dei sentimenti ma alla geometria dei possibili.

Ciò che ascoltiamo non è un fiore lacerato dalla solitudine, ma la solitudine stessa distillata in petalo sonoro. É ciò che resta quando il mondo ha smesso di poggiare sulle superfici e si è rivelato pura vibrazione. Mimmo sfiora la melodia, la scortica, la lascia respirare come se avesse mille cammini interni. Non si limita a pronunciare le frasi: le disgrega in particelle luminose, come se volesse mostrare la struttura ontologica del tema, l'idea invisibile che lo regge. La solitudine del fiore, tema caro a Strayhorn, che ne aveva intuito la fragilità terrena, viene elevata da Mimmo a condizione metafisica: non più patimento, ma forma. Il soffio diventa un punteruolo di luce che incide l'aria, e nell'inciderla mostra che ogni nota può essere sia figura sia idea; che si può appartenere al mondo e al tempo, ma anche all'invisibile. Il risultato è un paradosso di meravigliosa coerenza: un fiore che resta solo ma per poter esistere nella sua perfezione intelligibile; un fiore che, proprio nella sua solitudine, trova la via della salita; un fiore che, attraverso Mimmo, torna alla sua matrice platonica e si posa, con delicatezza impercettibile, tra le forme eterne.

Il Substack di Igor
by Igor Poletti

Nell’ultima opera di Gianni Mimmo permane un’aura di sospesa clausura che non ha nulla dell’introversione intimistica di maniera, ma somiglia piuttosto a quelle stanze metafisiche dipinte da certe tele novecentesche: luoghi dove le figure si sottraggono volontariamente allo sguardo, lasciando dietro di sé soltanto l’eco del proprio respiro. La copertina stessa — un intreccio di fronde ampie che velano corpi, statuette, gesti incompiuti — pare indicare il gesto del musicista: nascondere per rivelare, schermare per meglio far vibrare la luce. Mimmo, da sempre maestro del fraseggio obliquo e dell’ellissi sonora, costruisce in questo album un lessico di solitudini splendenti, un repertorio di micro-drammaturgie che trovano nella rarefazione il loro vertice emotivo. Non c’è mai compiacimento, ma un rigore quasi ascetico nel cesello di ogni articolazione del fiato; la sua voce strumentale pare lavorare l’aria come uno scultore la creta, cercando non la forma definitiva, bensì la traccia del gesto.
Exceller – Esteem” apre il percorso come un varco d’alta quota: una linea ascendente, fragile e pura, che già prefigura l’indagine del sé, non tanto come ripiegamento quanto come eco in cerca di parete. Qui Mimmo si addentra in territori dove il suono non è più un flusso, ma un sistema vivente, quasi botanico, che germoglia da sé. Con “Secondo Notturno” e “Notturno delle Criptomerie” la notte diventa uno spazio di altissima precisione fenomenologica: non oscurità, ma pellicola vibrante, membrana attraverso cui il sax tracci linee di fuga e micro-sillabe, come se l’ombra stessa si facesse pronuncia. Il notturno, in Mimmo, non è mai lirismo: è radiografia dell’invisibile. “The Slurring Dancer” si offre come un piccolo trattato sul corpo che esita e insieme avanza: il fraseggio si sbilancia, inciampa, riprende quota in un guizzo di controllo sonoro; un danzatore che barcolla per scelta, per precisione, non per difetto. La solitudine, qui, è un palcoscenico inclinato dove ogni gesto si amplifica fino a diventare parabola. 
Nei brani più brevi, “Sideline”, “Utah – Sloping Patience” Mimmo pratica una sorta di calligrafia respirata, una scrittura della pausa e della vibrazione residua. È musica che non teme il silenzio, anzi lo convoca come complice: il confine tra suono e assenza diventa un luogo abitabile, quasi domestico. 
Ma è con “A Flower is a Lonesome Thing”, omaggio dichiarato e trasfigurato, che l’album rivela il proprio nucleo intimamente e ineluttabilmente poetico. Mimmo non ricalca, non interpreta: risponde. La solitudine del fiore, la sua verticale fragilità, diventa qui una meditazione sulla condizione stessa del gesto artistico: creare come chi offre un petalo al vento, sapendo che potrebbe essere dimenticato o custodito. È un brano che sembra fiorire lentamente nella memoria dell’ascoltatore, più che nelle sue orecchie. 
The Lonesome Thing è dunque un’opera di lucida nudità, un esercizio di ascolto del mondo interiore attraverso il prisma del suono. Non c’è teatralità né compiacimento, ma la consapevolezza che esistono luoghi dove la musica diventa, più che discorso, una pratica di esistenza. Mimmo li abita con grazia severa, con quell’incedere da esploratore che conosce il peso e il valore del passo leggero e quando lo fa emana una luminosità che accompagna a lungo l’ascoltatore. Se volete restare al buio, non ascoltatelo.