Township Nocturne

The Lenox Brothers

CD
Aug 2021

Tracklist

Undescriptive
Stranded Stomp
The Meanwhile Groove
South Bay Drive-Bay Lanes
Insistent-Persistent
The Mesmerising Speech
Township Nocturne
The Ride
A Waving Recall

Credits

Music by F. Cusa / P. Martino G. Mimmo
Recorded on October 1, 2020 at Wave Ahead studio, Monopoli, Italy
Engineering, mixing, mastering _ Mimmo Galizia
Cover photo: Agua Mimmo
Inside photo: Mimmo Galizia
Liner note: Gianni Mimmo
Translation: Roseanne Rogosin
Graphics: Nicola Guazzaloca
Recording session production: Pierpaolo Martino
Production: F.Cusa, P.Martino and Gianni Mimmo for Amirani Records

All About Jazz
Neri Pollastri

Realizzato da tre suoi storici compagni di viaggio—non a caso denominatisi The Lenox Brothers—un anno e un giorno dopo la sua prematura scomparsa e nello studio Wave Ahead, che era un po' la sua seconda casa, Township Nocturne è un commosso lavoro alla memoria di Gianni Lenoci. 

Gianni Mimmo, che con il pianista formava il duo di "zii" al quale dobbiamo tante splendide improvvisazioni, Francesco Cusa, che con l'artista di Monopoli formava un'altra splendida coppia, e Pierpaolo Martino, che spesso si aggiungeva al batterista per dar vita a un brillante trio, si sono perfino ispirati a una delle tante passioni di Lenoci—le sue amate serie TV anni Sessanta-Settanta, in particolare quelle poliziesche come "Colombo"—per sviluppare la colonna sonora di un viaggio immaginario, nella memoria di tante conversazioni, viaggi e musica fatti insieme a lui. 

Ne scaturiscono nove brani, improvvisati ma dotati di una personalità comune, tutti molto intensi dinamicamente e al tempo stesso dai suoni limpidi, caratterizzati dalle lunghe e sempre diverse linee disegnate dal superbo soprano di Mimmo, ma nelle quali sono estremamente marcati ora gli elementi ritmici—si ascoltino per esempio "Stranded Stomp" o "The Mesmerizing Speech" per cogliere il lavoro di Cusa in questa direzione—ora la potente pulsazione del contrabbasso—massimamente esemplare, da questo punto di vista, la title track, nella quale Mimmo interviene poi anche vocalmente, ma Martino giuoca un ruolo importante anche in "South Bay Drive/Bay Lanes," mentre nel successivo "Insistent/Persistent" opera con archetto e corde per produrre sonorità tanto sporche, quanto efficaci. 

C'è un sorprendente ordine in questo disco di musica improvvisata, a dispetto del suo non ripetere mai una frase; un ordine che si coglie all'interno di una complessità che include anche momenti caotici e stridenti—in "The Ride" il soprano si produce a lungo in armonici e sovracuti, con effetti però sempre di drammatizzazione e mai di confusione—; un ordine del quale viene spontaneo ringraziare il quarto "fratello," presente-assente in un angolo dello studio per tutta la durata della performance, vicino-lontano al suo silente pianoforte, da dove altrettanto silenziosamente lo ha saputo imprimere agli antichi compagni, da par suo, come faceva quand'era in vita. 

Grazie ancora, Gianni Lenoci, per quanto ci hai lasciato e anche per quello che il tuo spirito continua e continuerà a lungo a regalarci.

Jazz Word
Ken Waxman

The Lenox Brothers ease into their nine improvisations with echoing cymbal clanks, thick double bass thumps and top-of-range reed clarion flutters. Maintaining this bright tone, the trio members chug along for lyrical and logical themes and variations, with chalumeau register wavers and mellow moody variations intersecting with string buzzes and cymbal splashes as much as staccato outpourings. The most atonal three-way conversation takes up the album’s mid-section on the extended “South Bay Drive-Bay Lanes” and the brief “The Mesmerising Speech”. Musically descriptive without being programmatic, the harshness that has been muted on earlier tracks is prominent. With an overriding shrill from Mimmo’s horn, the first tune evolves allegro as drum crunches and chunky string stops add nocturnal gravitas. Circularly breathed reed work repeats whorls of altissimo screams until the rhythm sections’ backbeat stabilizes linear flow. Reflecting its title, “The Mesmerising Speech” is more strident. Here rigid strokes from spiccato strings and clashing drum ruffs push reed buzzes lower until a literal last minute change of pace completes the sonic thought with a light-toned soprano trill. Wrapping up the narratives with revealing clues as in a murder mystery, the final tracks introduce calmer and more flexible interludes. Mimmo converts seemingly-unstoppable dissected split tones into relaxed tremolo on “The Ride”, with that journey ridden out andante with sul tasto buzzes from Martino and press rolls from Cusa. As that track drones into the final “A Waving Recall”, loosened resonating strings and a drum backbeat underline conclusive clarion reed puffs.

Kathodik
Alessandro Bertinetto

I 3 fratelli di Gianni Lenoci alla cui vita e opera musicale il disco è omaggio sono Francesco Cusa alla batteria, Pierpaolo Martino al contrabbasso e Gianni Mimmo, che si esibisce anche con la voce nella traccia da cui l’album prende il titolo, al sax soprano. La grafica del disco è di un altro protagonista della contemporanea musica italiana d’improvvisazione Nicola Guazzaloca. È un disco davvero convincente, sentito, delicato e intenso, da parte di tre musicisti che hanno collaborato in momenti diversi con il pianista di Monopoli prematuramente scomparso. Un armonico ed espressivo interplay si dipana attraverso la nove tracce, articolando un groove sempre mordente ed empatico. Il tema narrativo e atmosferico è quello del noir, del racconto poliziesco, ed è svolto con maestria dai tre musicisti: i quali, ognuno interpretando al meglio le possibilità del loro strumento, concordano nel segnalare il vuoto di un pianoforte assente. Se il suo sound di ricorda Steve LacyLenoci ci mette comunque (molto) del suo: per esempio una certa raucedine, e una esplorativa vena melodica, a tratti dichiaratamente nostalgica. Il contrabbasso di Martino è sempre lì, pronto alla conversazione e alla collaborazione, e talvolta (per esempio in Insistent/Persisten e la successiva The Mesmerizing Speech) segue il richiamo di Mimmo per andarsi a prendere coaguli di corde graffiate con l’arco che esibiscono un’asprezza rude e convinta, prima di ridare vita al sostegno motorio/ondulatorio. Al quale la batteria di Francesco Cusa lavora esplorando un ampio arco di possibilità ritmiche, timbriche ed espressive, e dichiarando spesso – con consapevolezza – la propria presenza – magari sottolineando con frasi ritmiche la melodia del sax. Alternando sensazioni di libertà improvvisativa a zone funky-rock (A Waving Recall), e anche momenti sbarazzini (cfr. la parte centrale di The Ride, in cui si palesa evidente la rappresentazione sonora di una corsa, prima al trotto poi all’ultimo respiro) – il disco si offre a un ascolto partecipato e immersivo. L’eredità di un grande musicista è sicuramente ancora creativamente viva.

Sands Zine
Mario Biserni

In questo CD aleggia, come fosse cosa viva, lo spirito di Gianni Lenoci.
Sarebbe sufficiente la circostanza di una registrazione effettuata nello studio frequentato dal pianista pugliese, in quel di Monopoli, un anno e un giorno dopo la sua scomparsa per acquisirne coscienza.
Ma c’è delI’altro. I tre musicisti dediti alla lodevole iniziativa avevano tutti, in tempi diversi, collaborato con Lenoci, e così v’è un senso di giusta e condiscendente familiarità nell’essersi chiamati Lenox Brothers. E l’intento dei tre pare quello di omaggiare non tanto il musicista quanto il fratello scomparso. Così si indaga nei suoi interessi e nelle sue passioni extra-musicali, come quelle per il poliziesco e per la letteratura noir.
Il pianoforte in più occasioni utilizzato da Lenoci fa la sua presenza nello studio e assiste silente alle trame tessute da contrabbasso, sax soprano e batteria, in una musica che va a delinearsi quale musica dell’assenza. Un assenza che però, come ho scritto in apertura, in diversa forma è anche presenza. Quindi c’è tensione nell’aria, ed è palpabile perché si ripercuote nelle ance, nelle corde e nelle pelli, una tensione che va a riflettersi in un sound scarno, ma drogato di emotività, ed è come se lo spirito che aleggia possa materializzarsi all’improvviso ed entrare in gioco portandosi appresso un fragoroso applauso di complicità. 

Prossimamente: “Nova esperanto (l’album perduto del 2006)” dei Casa; “Duo Sutera Novali” di Virginia Sutera & Ermanno Novali; “An Established Color And Cunning” dei Tender Buttons; “Postcard From A Trauma” di Roberto Fega; “Thrīe Thrēo Drī” di Ab Baars, Meinrad Kneer & Bill Elgart; “Mother Afrika” del Roberto Zanetti Quartet; “Music For A Different Room” di Tommaso Rolando; “Parallelism” dei Central Unit …

Orynx Improv and Sound
J-M Van Schouwburg

Trio sax soprano, contrebasse et batterie. Au fil de tournées incessantes et de nombreux enregistrements sur son label Amirani, le saxophoniste italien Gianni Mimmo s’est révélé auprès de nombreux musiciens passionnants. Avec les pianistes Gianni Lenoci (R.I.P.), Sakoto Fuji,Nicola Guazzaloca, Silvia Corda et Yoko Miura, les souffleurs Harri Sjöström, Ove Volquartz et Vinny Golia, le signal processing de Lawrence Casserley, le tromboniste Angelo Contini, les violoncellistes Hannah Marshall et Daniel Levin, la violoniste Alison Blunt, les guitaristes disparus John Russell et Garrison Fewell, Gianni Mimmo s’est créé un magnifique parcours durant lequel son jeu de saxophone soprano hérité de Steve Lacy (il ne s’en cache pas) s’est bonifié, approfondi, affirmant un appétit curieux pour des formes nouvelles. Depuis son trio avec percussion (Francesco Cusa) et violoncelle en lieu de contrebasse (Andrea Serrapiglio), l’excellent A Watched Pot (AMRN 006 – 2007), Gianni Mimmo n’avait plus joué ou enregistré avec une « section rythmique » basse – batterie, préférant élargir son horizon et sa pratique avec d’autres configurations instrumentales. Il faudrait aussi mentionner ses projets Tidal ou Sestetto Internazionale. Le trio des Lenox Brothers avec les excellents bassiste Pierpaolo Martino et batteur Francesco Cusa plonge dans le courant rythmique du jazz et les effluves de la Blue Note. Cet enregistrement eut lieu le lendemain du décès de Gianni Lenoci dans le studio Wave Ahead à Monopoli en hommage à celui-ci. Gianni Lenoci avait une prédilection pour les séries TV comme Columbo et les romans noirs de Siménon et c’est cette atmosphère et ses références qui nourrissent ce Township Nocturne. Pierpaolo Martino vient de se distinguer phonographiquement avec Steve Beresford et Valentina Ma (Frequency Disasters / Confront Records – si vous n’avez aucun album avec Beresford, c’est le maître achat !) et avec Vladimir Miller Adrian Northover dans the Dinner Party (FMR). Solide client. Son jeu racé est l’ossature souple et mouvante de ce brillant trio, animé aux fûts par ce batteur original qu’est Francesco Cusa. Cusa est un percussionniste complet et un compositeur qui développe depuis une vingtaine une série incessante de projets jazz décoiffants sur son label improvvisatore involontario avec une imagination débordante. J’avoue n’avoir jamais eu l’énergie et le bagout pour vous en rendre compte. Un phénomène ! D’ailleurs, certains de ses enregistrements les plus saisissants n’apparaissent même plus dans le site de son label et dans discogs…
Au point de vue musical, ces Lenox Bothers nous livrent une parfaite réussite ressuscitant la magie des trios avec basse et batterie de Steve Lacy avec une belle ouverture et une manière assez rêveuse. Gianni Mimmo est peut-être / peut figurer comme un poids léger face au grand Steve. Mais ce magnifique Township Nocturne témoigne d’une maturité, d’une qualité sonore et d’une entente véritable qui distinguent indubitablement leur musique du tout venant jazz (free) contemporain. 
Le travail exemplaire du saxophoniste a consisté à décortiquer la grammaire complexe et le lyrisme secret de Lacy en en recréant le lexique, les allusions, les suggestions, les couleurs pour raconter son histoire personnelle, intime et créer son propre univers fait d’intervalles distendus et de timbres amoureusement précis, délectables. C’est une démarche difficile et même ingrate, croyez-moi. Avec le concours amoureux et talentueux de ses deux comparses, Mimmo nous livre ce qu’il a sur le cœur et dans les étoiles : le sens du merveilleux. Le talent conjugué de Pierpaolo Martino et de Francesco Cusa, contrebasse charnelle et inventive et jeu de batterie chaloupé et ouvert à de nombreuses influences font de cette session un véritable modèle du genre. La routine du trio sax-basse-batterie est sublimée par une heureuse inventivité et une grande inspiration collective. Superbe !!

Music Zoom
Vittorio

Questa nuova incisione del sassofonista soprano Gianni Mimmo è stata realizzata in studio, a Monopoli, dove di solito era di casa il pianista Gianni Lenoci. Ad un anno dalla sua scomparsa si è trovato lì con una nuova formazione, Pierpaolo Martino al contrabbasso e Francesco Cusa alla batteria, che si è data il nome di Lenox Brothers. In effetti sono tutti fratelli dal punto di vista musicale, con una precisa idea ed anche una particolare empatia dovuta al trovarsi in studio in un momento speciale, con il pianoforte ancora lá, questa volta in disparte. Lenoci apprezzava molto le serie TV degli anni ‘60 e ‘70, i polizieschi con l’ispettore Colombo o quelli ispirati dalle opere di Simenon, quelle atmosfere “noir”, notturni che hanno ispirato Miles Davis per la colonna sonora del famoso film di Louis Malle Ascenseur pour l’échafaud. I tre si muovono telepaticamente, quasi in trance, senza seguire tracce particolari, semplicemente improvvisando guidati dall’ispirazione del momento. Il suono di Mimmo si fa a tratti roco in The Mesmerizing Speech, si nota qui il suo lavoro sullo strumento, la sua stima per Steve Lacy e la sua evoluzione come musicista. È un disco breve e compatto, come gli LP di una volta, che mantiente la tensione dall’inizio alla fine.

Percorsi Musicali
Ettore Garzia

“…Not everybody knows about Gianni’s passion for certain TV series from the ’60s and ’70s…[..] Or about his passion for Simenon, and the suspense of certain noir fiction he sometimes colored his voicings at the piano with…” (Gianni Mimmo su Gianni Lenoci, note di copertina di Township Nocturne).

A proposito di George Simenon, c’è un suo romanzo che inquadra un paio di dimensioni fondamentali dell’autore: in L’Homme qui regardait passer les trains  Simenon inventa la storia di Poppinga, un impiegato di una ditta navale olandese che ad un certo punto della sua vita rompe la routine del suo lavoro per immergersi in una nuova vita piena di pericoli e sfide; Poppinga segna le vicende di un uomo libero e alla ricerca di un’identità di cui non sa calcolare le insidie. Il tenore letterale di L’Homme qui regardait passer les trains passa da un irrilevante incedere ad una ficcante forza erosiva degli eventi tenuta nascosta dentro: è esattamente l’equivalente di quel gioco rilascio-tensione che abbiamo imparato a trasporre nella musica di ogni tipo.

Le finzioni sono possibili realtà. Hanno un proprio modo di manifestarsi e hanno anche ottenuto un proprio “suono”, quello che oltre cento anni di cinema e mezzi visivi gli hanno attribuito attraverso colonne sonore, films o rifacimenti televisivi, travasando nei significati psicologici quanto rinvenibile dalla letteratura e dalle altre arti. Il trio di Gianni MimmoPierpaolo Martino e Francesco Cusa, non fa altro che ritrovarsi su quel groove subodorato della finzione, ma ha un vantaggio, quello di poter agire senza limiti geografici e temporali e perciò la session di Township Nocturne può dedicarsi alle notti di Monopoli e allo stesso tempo offrire omaggio ulteriore al pianista Gianni Lenoci, il più efficace sperimentatore di quelle notti. I tre sono diventati, perciò, The Lenox Brothers.
Ma Township Nocturne è anche un’espressione d’arte e se volessimo catturarne un esempio potremmo rivolgerci a The Meanwhile Groove, dimostrazione lampante che riunisce effetti apparentemente opposti: se è vero che nel mezzo del brano Mimmo simula involontariamente con i multifonici il treno di Simenon accompagnato da un innesco ritmico preciso, è anche vero che tutto il resto che viene prima e dopo quell’evento sembra scolpire un’immagine pittorica a metà strada tra un post-impressionismo e l’arte astratta.

Penso che i tre musicisti vivano qui la loro migliore dimensione possibile: Mimmo suona sempre meglio, è in grado di punteggiare o di allungarsi perfettamente, di dirigere il suo soprano sulle dinamiche giuste, riuscendo sempre a trovare soluzioni di sfogo e sviluppo della trama improvvisativa imprevedibili (toccare con mano il benessere emanato della title track o le evoluzioni veloci e quasi rough sulle sintonie di The Ride); Martino è splendida fluttuazione del contrabbasso, pulsazioni particolari come qualcosa che somiglia ad una oscura scossa di potenza che sta per buttarsi fuori (vedi per esempio South Bay Drive – Bay Lanes), ma è anche caustico nelle fasi di utilizzo dell’arco (Insistent/Persistant); Cusa alterna il libero arbitrio della batteria con fasi ritmiche temporanee, spesso trattandosi di tempistiche rock (A Waving Recall è piena documentazione di un ritmo che potrebbe portarvi indietro verso il periodo elettrico di Davis).

E’ triste dover registrare in un luogo che guarda al vuoto di un pianoforte che sarebbe spettato a Gianni Lenoci, anche se Gianni Mimmo ha compiuto un perfetto processo di sostituzione con il suo sax e non mi pare inutile sottolineare come nella title track di questo lavoro Mimmo si produca nel finale in un incomprensibile artefatto vocale che sembra un rito di riconoscenza. Nell’idioma dei The Lenox Brothers (per chi conosceva Gianni Lenoci sa che egli usava le x finali nella sua corrispondenza, da questo si arriva a Lenox) c’è una doppia verità da soddisfare: una riguarda i musicisti coerenti e la loro voglia di misurarsi su canoni lontani da quell’efferato bisogno di semplicità di cui si nutre il mondo del jazz (e di cui Lenoci ne aveva sottolineato spesso la sterilità); l’altra, invece, si può trovare nell’explicit del romanzo di Simenon succitato, quando Poppinga mostra al medico dell’ospedale psichiatrico il suo quaderno per dimostrare le ragioni della sua turbolenza, ma dove però non c’è scritto nulla: “… E Popinga, con un sorriso forzato, si sentì in dovere di mormorare: «Non c’è una verità, ne conviene?»…“.

Avant Music News
Daniel Barbiero

In contrast to the nearly lush orchestration of Blues for Boris, the sound of Township Nocturne is crafted from the rather more sparse trio of soprano saxophone, double bass and drums. The guiding spirit behind the recording is the late and much-missed pianist Gianni Lenoci, whose love of 1960s and ‘70s television detective series and noir fiction inspired the music. And there’s a certain moodiness to these pieces, whose conciseness and sometimes outright funkiness recalls the themes to those old programs, as refracted through a contemporary sensibility. It’s all well-played by the whimsically named Lenox Brothers—soprano saxophonist Gianni Mimmo, who also appears on Blues for Boris; double bassist Pierpaolo Martino; and drummer Francesco Cusa. The recording gives all three instruments an egalitarian salience that puts the listener right in the middle of the session—as if seated in the living room, in front of an imaginary television set playing images of a 1977 Plymouth Fury chasing a fugitive through the polyester urban night.